Leclerc spiega il messaggio di Elkann. Peggio mi sento

“Il presidente Elkann voleva caricare la squadra e non attaccare nessuno”. Charles Leclerc interpreta cosi le parole pronunciate dal presidente la scorsa settimana. Peccato che il mondo intero, pur intravedendo le buone intenzioni, abbia preso in altro modo quel messaggio. Che era e resta folle e sbagliato.

“Conosco John da molti anni, ci sentiamo, abbiamo un ottimo rapporto e ovviamente ho parlato con lui dopo quelle dichiarazioni – ha detto Leclerc a Las Vegas – John è molto ambizioso, come lo siamo tutti, abbiamo le stesse priorità, diamo il massimo per riportare la Ferrari al top. Il meglio che posso fare è continuare a fare del mio meglio per riportare la scuderia che adoro al vertice delle classifiche”.

“Non penso che Hamilton stia facendo fatica ad integrarsi all’interno del team, chiaramente all’inizio della stagione è stato difficile, ma lo è stato per tutti perché tutti ci aspettavamo di più. Siamo tutti uniti nel riportare la Ferrari al top. Perché Elkann ha detto quelle parole in pubblico e non in privato? John vuole il massimo e ha voluto mandare questo messaggio in quel modo, ho parlato con lui è quello è ciò che conta per me, tutte le varie interpretazioni delle sue parole non sono in mio controllo e non ho intenzione di perdere tempo dietro a questo aspetto, ciò che conta è quello che ha detto a noi in termini di squadra per migliorare il nostro rendimento che è la nostra priorità”, ha aggiunto Charles.

Che altro avrebbe potuto dire? Nulla. Le sue parole confermano come l’uscita presidenziale sia stata sbagliata per tempi temi e toni. Non erano i piloti da stimolare, ma la squadra a cominciare dal Vasseur ridens che avrà gongolato sentendo quelle dichiarazioni.

Insomma peggio mi sento. Possibile che un presidente debba parlare in privato con i suoi piloti per spiegare quello che ha detto in pubblico?

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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